SCHEDA N°10 (Figg. 10a, 10b)

 

Conte Maurice De Fries (1777-1828)

1793-1795

 

Pastello su carta incollata su tela, ovale, 54 x 44 cm

Firmato in basso a sinistra, a punta di piombo, Me Le Brun

Parigi, Musée du Louvre, Cabinet des Dessins

 

 


 


Fig. 10a

Fig. 10b

 

PROVENIENZA : Parigi, collezione Lavaissiére; legato del 1947.

BIBLIOGRAFIA : VIGÉE LE BRUN 1835-37; CONSTANS, 1967; STUFFMANN, 1968; LARSEN, 1988.

INCISIONI: incisione di Johann Keller.

 

L’opera (Fig.10a) è uno dei Pastels, faits à Vienne, citato dalla pittrice nella sua lista alla fine dei Souvenirs. Il conte Maurice continuò l’opera del fratello maggiore Joseph, morto nel 1788, che aveva fondato l’importante collezione di disegni e stampe della famiglia (forse proprio per questo la pittrice eseguì questo ritratto a pastello piuttosto che a olio) e la professione del padre, importante banchiere. Sullo sfondo appare il castello di Josephs-Platz, residenza della famiglia, dove nel 1815 si riunirà il Congresso di Vienna. Il modello è ritratto a mezzobusto, col corpo di profilo e il volto girato di tre quarti verso lo spettatore. Indossa una semplice giacca di velluto blu da cui esce il collo della camicia e un fazzoletto annodato entrambi di un bianco-crema dal tono morbido. I capelli sono castani e riccioluti, gli occhi azzurri. L’opera è molto sobria, sia per la tavolozza ridotta ai blu (gli occhi,  la giacca, il cielo, le guglie del castello) e al bianco-rosato (il volto, la camicia, le nuvole, il castello), sia per l’assenza di particolari superflui. Come nella maggior parte dei suoi ritratti maschili, anche qui la Vigée Le Brun non cerca di abbellire o adulare il soggetto con abiti, acconciature o ambientazioni raffinate, ma mostra semplicemente un uomo distinto, nobile, ma di semplici costumi, con un lieve accenno alla sua posizione sociale (il castello) sullo sfondo. La posa del soggetto e il castello sullo sfondo rimandano al Ritratto di Everhard Jabach di van Dyck (Fig.10b, olio su tela, 113 x 91,5 cm, oggi a San Pietroburgo, Ermitage), che fu acquistato nel 1774 da Caterina di Russia con numerose altre opere della collezione Crozat. La Vigée Le Brun non era ancora stata in Russia a quell’epoca, ma il dipinto di van Dyck era stato inciso per il catalogo della collezione suddetta, che la Vigée Le Brun poteva aver visitato. È anche possibile che la pittrice avesse visto, poco prima di eseguire il pastello del conte de Fries, una copia anonima del quadro di van Dyck che in quegli anni era a Firenze, nella collezione di Ulrich Middeldorf (LARSEN, 1988, fig.365). Anche se il rapporto fra i due ritratti non è precisissimo, è significativo notare che anche Everard Jabach (1607-1695) era un banchiere e un appassionato collezionista di disegni (5500 disegni della sua prima collezione furono ceduti al Gabinetto reale francese).