SCHEDA N°13 (figg. 13a, 13b)

 

Fanciullo in piedi con in mano un cappello

Senza data

 

Olio su tela, 101 x 82 cm

Ubicazione sconosciuta

 


 


Fig.13a

Fig.13b

 

 

 

PROVENIENZA: 1927-1987, Cincinnati Art Museum; 1988, Chicago, Leslie Hindman Gallery.

BIBLIOGRAFIA: VIGÉE LE BRUN, 1835-37; LARSEN, 1988, fig.913, p.357.

 

La datazione e l’identificazione di questo ritratto (Fig.13a) sono molto controverse. Il Cincinnati Art Museum non ha saputo fornire notizie precise. Alla Witt Library di Londra esiste un’immagine fotografica  di cattiva qualità dell’opera con il riferimento a Cincinnati, e il titolo Prince Jules de Polignac. Nella lista delle opere stilata dalla pittrice ci sono solo due Jules de Polignac, uno duca (ritratto eseguito a Parigi nel 1788) e uno conte (pastello eseguito a Vienna tra il 1792 e il 1795). La Vigée Le Brun è spesso poco precisa nella sua lista e, oltre a tralasciare numerosi quadri, mette titoli nobiliari aggiornati a volte al 1835, altre volte con riferimento allo stato del personaggio nell’anno di esecuzione dell’opera. Charles Stein mi ha fornito notizie biografiche su un certo Auguste Jules Armand Marie de Polignac, nato nel 1780, che divenne conte nel 1817 e principe nel 1820, invece nei Souvenirs si parla di un conte Jules de Polignac, ritratto dalla pittrice, che divenne duca nel 1780. Senza reali certezze per l’anno di esecuzione non si può dire di quale dei due si tratti, lo stile del quadro, però, mi porta a credere che esso sia un’opera matura, poiché differisce molto dagli spensierati ritratti infantili eseguiti dalla pittrice tra il 1786 e il 1788. Nella sua lista di dipinti la Vigée Le Brun annotò per gli anni del soggiorno inglese (1803-1805) un ritratto: Le jeune Polastron, enfant. Ora, essendo la duchessa di Polignac spesso chiamata dalla pittrice anche duchessa di Polastron, il famoso Jules de Polignac potrebbe benissimo essere il bambino ritratto in Inghilterra. Di solito, poi, nel ricordare i ritratti di bambini, la Vigée Le Brun aggiunge sempre, dopo il nome, un riferimento “anagrafico”, come enfant, jeune, petit, o simili. Il bambino è ritratto in piedi, a figura intera, con lo sguardo serio e quasi orgoglioso fisso sullo spettatore. Il corpo è di tre quarti con una posa fiera. La mano sinistra è saldamente appoggiata al bracciolo di una poltrona di foggia rococò che sta alle spalle del fanciullo ed è scenicamente coperta in parte da un drappo che scende dalla parte destra del quadro, con un effetto teatrale tipico della ritrattistica del Seicento. Il braccio destro è piegato sul fianco e il gomito sembra uscire dal quadro, come se volesse tenere a una certa distanza chi gli sta davanti. La mano destra è aperta e il pollice e l’indice trattengono leziosamente un gran cappello a tesa larga adornato da un nastro chiaro e da una grande piuma. Il bambino porta i capelli scuri lunghi fino alle spalle e ha una piccola frangia dritta sulla fronte. Indossa un completo elegante di seta cangiante, scollato a V, con collo e maniche di un leggero tessuto plissettato, mentre in vita porta una larga fascia della stessa seta dell’abito. La posa del giovane Polastron è la stessa, ma speculare, di quella Willem II di Nassau e Orange, ritratto da van Dyck (Fig.13b, olio su tela, 105 x 87 cm, Washington, National Gallery). Quest'ultimo ha un atteggiamento serio, ma molto meno severo del damerino francese, anche se al posto della poltrona e del cappello ha una piccola spada e un bastone, simboli di nobiltà e potere militare. L’opera era stata acquistata nel 1769 da Caterina II ed era all’Ermitage negli anni in cui la Vigée Le Brun soggiornò a San Pietroburgo, quindi poteva conoscerla bene. Se però la mia datazione fosse errata, del dipinto di van Dyck vi erano almeno due copie anonime ed era reperibile una versione incisa da Podolinsky (LARSEN, 1988, II, p.357).