SCHEDA N°2 (figg. 2a, 2b, 2c)

Autoritratto col cappello di paglia e tavolozza
1781

Olio su tavola, 92 x 73,5 cm
firmato e datato
Svizzera, collezione privata
 
Fig.2a Fig.2b Fig.2c
 
PROVENIENZA : Parigi, collezione del Conte di Vaudreuil; Parigi, collezione del Barone Maurice de Rothschild.
BIBLIOGRAFIA : VIGÉE LE BRUN, 1835-37, p.48; HELM, 1915; DOUWES DEKKER, 1983, pp.31-35; BAILLIO, 1988; WILSON, 1985, p.118; RUSSO, 1996.
ESPOSIZIONI: 1782, Parigi, Salon de la Correspondance; 1783, Parigi, Salon de l'Académie Royale.

REPLICHE E COPIE:
1. 1782, Autoritratto con cappello di paglia e tavolozza, olio su tela, 98 x 70,5 cm, Londra, National Gallery, replica autografa, a Londra dal 1897;
2. Autoritratto con cappello di paglia e tavolozza, olio su tavola, 57 x 40 cm, USA, collezione privata;
3. Copia (priva della tavolozza), olio su tela, 111 x 86 cm, firmata, Cracovia, collezione Potocka;
4. Copia a pastello, 117 x 89 cm, priva della tavolozza, ritenuta autografa dalla casa d'aste Castellana perché firmata, già nella collezione Péan St.Gilles, venduta da Castellana il 20 aprile 1999, lot.65;
5. Copia anonima a mezzo busto, olio su tela, 81,3 x 64,8 cm, venduta da Christie’s South Kensington il 12 novembre 1998, lot.61;
6. Copia anonima a mezzo busto, olio su tavola ovale, 55,3 x 43,8 cm, venduta da Christie’s South Kensington il 17 aprile 1997, lot.285.
INCISIONI: Incisione coeva di Muller (Fig.2b).

Di quest’opera (Fig.2a) abbiamo la diretta e specifica descrizione dell’artista, che dice chiaramente di averla derivata dal famoso Chapeau de paille di Rubens (Fig.2b, un ritratto della cognata dell’artista, Suzanne Fourment, olio su tavola, 79 x 54 cm, ora alla National Gallery di Londra), visto nel 1781 nella collezione di Jean Michel Joseph van Havre, ad Anversa, durante un viaggio nelle Fiandre compiuto insieme al marito per assistere all’asta della collezione del principe de Ligne. La Vigée Le Brun scrive nei suoi Souvenirs: Tornammo nelle Fiandre per rivedere i capolavori di Rubens: erano allora assai meglio esposti di quanto poi lo siano stati al museo di Parigi; in quelle chiese fiamminghe tutto suscitava un mirabile effetto. Altri capolavori dello stesso maestro ornavano gallerie di amateurs: ad Anversa trovai presso uno di questi il famoso Cappello di paglia che di recente è stato venduto a un inglese per una cospicua somma. Questo quadro stupendo rappresenta una delle mogli di Rubens; il suo grande effetto sta nei due diversi tipi di illuminazione prodotti dalla luce del giorno e da quella del sole; quindi i toni chiari sono al sole, e i toni, che in mancanza di altra parola devo chiamare ombre, sono prodotti dalla luce del giorno. Forse solo un pittore può apprezzare tutta la potenza di esecuzione dispiegata qui da Rubens. Questo quadro mi mandò in visibilio e m'ispirò a tal punto che feci il mio autoritratto a Bruxelles ricercando lo stesso effetto. Mi ritrassi con un cappello di paglia, con una piuma e una ghirlanda di fiori, e con una tavolozza in mano. Quando il ritratto fu esposto al Salone, oso dire che aumentò molto la mia fama. Il celebre Muller l'ha inciso; ma lei deve intuire che le ombre nere dell'incisione tolgono tutto l'effetto di un quadro del genere. (VIGÉE LE BRUN, 1835-37, p.48). La pittrice è molto attenta alla tecnica con cui il maestro fiammingo ha realizzato l’opera e, oltre a ripetere nel suo autoritratto il taglio, il tipo di illuminazione e di pennellata, ha voluto usare anche lo stesso tipo di supporto del suo ispiratore. Questa prima versione, infatti, è eseguita su tavola, supporto che da questo momento sarà usato dall'artista con maggior frequenza. All’esposizione del Salon del 1783 il dipinto fu ammirato con stupore ma, data la lontananza e la difficile accessibilità dell’opera di Rubens, nessuno dei molti critici fu in grado di cogliere il rapporto con il quadro del grande fiammingo. Un osservatore disse che : Le meilleur de ses portraits est le sien. On peut reprendre esquelque chose dans le ciel et les draperis, mais le chapeau est d'une grande verité, rien n'est plus beau, la lumiere rend la paille transparente et il y a des effets que les plus grands maitres se feroient gloire d'avoir trouvée (Journal Encyclopedique, 1783).
La versione originale, firmata e datata,  è leggermente più piccola (92 x 73,5 cm) della più accessibile copia autografa su tela della National Gallery di Londra (98 x 70,5 cm). Il suo primo proprietario, dopo le due esposizioni del 1782 al Salon de la Correspondance e del 1783 al Salon de l'Académie Royale, fu il Conte di Vaudreuil, committente e intimo amico della pittrice. Successivamente il quadro passò alla collezione Rotschild di Parigi e quindi alla collezione privata svizzera dove si trova attualmente. Dell’opera esiste un'altra versione su tavola più piccola (57 x 40 cm), forse un primo studio preparatorio, attualmente conservata in una collezione privata negli Stati Uniti. Nella collezione Potocka di Cracovia c’è una copia in cui manca la tavolozza: è un olio su tela più grande di tutte le altre versioni (110 x 85 cm) ed è firmato. Secondo la Douwes Dekker (1983, p.32), che concorda con Helm (1915), l’opera è autografa,  ma personalmente la ritengo una copia di un altro autore per la bassa qualità del dipinto. Baillio, voce più autorevole, purtroppo non si è ancora pronunciato su questa versione del quadro. Una copia a pastello dell’autoritratto si trovava nella collezione Péan St.Gilles, ma la sua ubicazione è attualmente sconosciuta e non se ne conoscono riproduzioni. Come già la pittrice ricorda nelle sue memorie, Muller ne fece un’incisione poco dopo la realizzazione del quadro.