SCHEDA N°22 (figg. 22a, 22b, 22c)

 

Principessa Anna Alexandrovna Galitzine, nata Principessa Grudzinsky (1763-1842), già Mme de Litzine

1796/1797

 

Olio su tela, 136 x 100,5 cm

Firmato e datato

Baltimore Museum of Art, Mary Frick Jacobs Collection

 

 


 


 


Fig.22a

Fig.22b

Fig.22c

 

PROVENIENZA : 1905, Elizabeth Alexievna Narychkin; dopo il 1917, New York, Wildenstein; 1923, Mary Frick Jacobs; donato nel 1938 al Baltimore Museum of Art.

BIBLIOGRAFIA : VIGÉE LE BRUN, 1835-37, p.347; MIKHAILOVICH ROMANOFF, 1905-09; NOLHAC, 1908, p. 112; HELM, 1915, p. 198; HAUTECŒUR, 1917; JACOBS, 1938; NIKOLENKO, 1967; BAILLIO 1982 (catalogo), pp.114-15.

ESPOSIZIONI : 1905, San Pietroburgo, Taurida Palace Exhibition, n. 247; 1968, Baltimore, Museum of Art, From El Greco to Pollock, n. 46; 1982, Elisabeth Vigée Le Brun 1755-1842, Kimbell Museum, Forth Worth, n. 48.

 

Anna Alexandrovna Galitzin (1763-1842) era la figlia del governatore della Georgia, il principe Alexander Bakarovitch Grouzinsky e della principessa Daria Alexandrovna Menchikoff. Si sposò una prima volta con Alexander Alexandrovitch Litzyn (1760-1789) col quale non ebbe figli. Rimasta vedova, nel 1790 sposò il principe Boris Andreivitch Galitzin (1766-1822). Grazie alle enormi ricchezze di entrambi divennero una delle famiglie più opulente dell’aristocrazia russa. La principessa Galitzin fu nota per il suo salotto. Nel 1798 il marito divenne Luogotenente Generale, ma perse il favore della corte nel 1800 e si ritirò con la famiglia nei possedimenti di Sima nella provincia del Vladimir. La coppia ebbe otto figli, tre maschi e cinque femmine. La principessa Boris  (la Vigée-Le Brun la elenca nella lista delle sue opere come “Bauris”), per la sua fama e la sua ricchezza poté farsi raffigurare dalla pittrice francese a figura quasi intera, fino al ginocchio. Dato il loro prezzo elevatissimo, opere simili in Russia furono dipinte solo per la famiglia imperiale. Infatti, nel 1795, il conte Rostopchin riferiva al conte Worontzoff, l’ambasciatore russo a Londra: Mme Le  Brun viene pagata mille, duemila rubli per un ritratto (HAUTECŒUR, 1917, p.100). La nobildonna è rappresentata (Fig.22a) mollemente adagiata su un divanetto, con accanto un piccolo tavolo, il braccio sinistro appoggiato a un cuscino di velluto scuro. Lo sfondo rivela un ricco interno di palazzo. Ella indossa un sotto-abito di garza bianca a maniche lunghe, con una sopravveste rossa a maniche corte ricamata con riflessi verdi, blu e dorati, aperta sulle gambe. Una sciarpa bianca, leggera, scende dalle spalle lungo i fianchi della donna. Al collo pendono tre fili di corallo che spiccano sul candore del collo scoperto della donna. I suoi capelli corvini sono avvolti da una specie di turbante rosso che termina con delle piume, anch’esse rosse. Il curioso costume unisce suggestioni orientali e moda neoclassica. Il braccio destro, disteso lungo il fianco, forma un debole arco che si intreccia alla curva della sciarpa e spinge lo sguardo verso l’alto fino alla voluta rossa delle piume. La composizione è concentrata nelle diverse volute formate dagli abiti e dalla postura del soggetto e crea un movimento continuo dello sguardo che non ha un punto preciso su cui soffermarsi. Non ci si può nemmeno fissare sul volto della donna, dato che la principessa non rivolge lo sguardo verso lo spettatore, in un atteggiamento a metà fra l’altezzoso e il noncurante. Il gioco di colori - i neri/bruni del divano e dello sfondo, l’alternarsi del rosso e del bianco sul corpo della donna-, la postura simile del soggetto il quale non guarda lo spettatore e mostra un certo distacco aristocratico, ricordano vagamente il Ritratto del Cardinale Bentivoglio di van Dyck (Fig.22b, olio su tela, 196 x 145 cm, Firenze, Palazzo Pitti), che l’artista francese poteva aver visto in uno dei precedenti soggiorni fiorentini. Il costume fantasioso richiama inoltre un disegno di Rembrandt di una Donna alla finestra, a mezzobusto, oggi a Bayonne (Fig.22c, carboncino e inchiostro seppia acquerellato su carta grigia, 14 x 19 cm).