SCHEDA N°4 (figg. 4a, 4b, 4c)
La Pace che riporta l’Abbondanza
1780
olio su tela, 102,5 x 132,5 cm
firmato e datato in basso al centro Mme Le
Brun. f 1780
Parigi, Musée du Louvre
Fig.4a |
Fig.4b |
Fig.4c |
PROVENIENZA
: 1783, Parigi, morceau de réception dell’artista all’Academie Royale de
Peinture et de Sculpture; fino al 1835, Parigi, Ministero degli Interni;
Parigi, in deposito al Musée du Luxembourg; Parigi, Musée du Louvre.
BIBLIOGRAFIA
: SALON 1783; VIGÉE LE BRUN 1835-37, p.85; PAPIERS TRIPIER LE FRANC; NOLHAC,
1908, pp.28-29; HELM, 1915, pp.43, 214; HAUTECŒUR, 1917, pp.32, 55; BLUM, 1919,
pp.27-28; P. ROSENBERG, 1981; BAILLIO (catalogo), 1982; TRUMBULL 1953, p. 102;
JAFFÉ, 1988.
ESPOSIZIONI : 1783, Parigi, Salon de l'Académie Royale, n° 115; 1982, Elisabeth Vigée Le Brun 1755-1842, Kimbell Museum, Forth Worth, n° 9.
REPLICHE E COPIE:
1. Studio autografo per la testa della Pace,
carboncino e pastelli su carta color crema, 47 x 37 cm, Parigi, Collezione
privata (Fig.4c);
2. Disegno della Pace che riporta
l’Abbondanza, attribuito (con riserva) a Pierre Viel nell'inventario post-mortem
di J.P.B. Le Brun (PAPIERS TRIPIER LE FRANC carton 51, dossier I);
3. Copia anonima, venduta da Christie's,
London, May 16, 1827, lot.33;
4. Copia anonima, 107 x 133,4 cm, venduta da
Christie’s, London, February, 24, 1995, lot.35;
5. Copia anonima, olio su carta incollata su
tela, 24,1 x 30,2 cm, venduta da Christie’s, New York, October, 2, 1996,
lot.91;
6. Copia anonima del XIX secolo, olio su tela,
96,5 x 130 cm, venduta da Phillips, London, December, 10, 1996, lot.113.
INCISIONI:
1. Pierre Viel, 1787, pendant all’incisione di
Bartolozzi del 1783 dell’Innocenza che si rifugia nelle braccia della
Giustizia, sempre della Vigée Le Brun (annunciata nel Journal de Paris, N° 334,
30 Novembre 1787, p. 1443);
2. Charles Normand, 1833 (C. P. Landon, École
française moderne, Paris, 1833, pp. 27-28).
Il più grande desiderio di Madame Vigée Le
Brun era di entrare all’Académie Royale de Peinture et de Sculpture per poter
esporre ai Salon. Perché poi la sua fama aumentasse ancora di più pretendeva di
essere ammessa non come ritrattista (genere minore), ma nella categoria di
pittura di storia. Alla fine degli anni Settanta iniziò allora una fitta
produzione di opere a carattere allegorico e mitologico, accanto alle consuete
committenze di ritratti. L’allegoria a pastello de L'Innocenza che cerca
rifugio nelle braccia della Giustizia (Musée d'Angers) è del 1779, mentre
nell’anno successivo esegue La Pace che riporta l’Abbondanza (Fig.4a), di
impianto e tema simili. Successivi sono tre soggetti mitologici: Venere che
lega le ali di cupido (pastello, acquistato dal Conte de Vaudreuil), Giunone
che chieda la cinta di Venere (acquistato per la folle cifra di 15.000 franchi
dal fratello del re, il Conte d'Artois), e Amore prova una freccia alla presenza
di Venere. Oltre al desiderio, quasi blasfemo (per gli accademici una donna
doveva limitarsi a i generi minori, come ritratti e nature morte), di essere
accolta come pittrice di storia, un altro punto a sfavore della Vigée Le Brun
era il fatto che suo marito era mercante d’arte, professione con cui gli
accademici non potevano avere a che fare in alcun modo. Su questo punto
insistette molto il direttore dell’Académie, Jean Baptiste Marie Pierre, che si
oppose con tutte le sue forze all’ammissione della nostra. La pittrice lo negò
sempre, ma alla fine poté divenire membro dell’accademia solamente grazie a
precisi ordini e richieste di Luigi XVI e Maria Antonietta. Il 31 maggio 1783
Madame Le Brun entrò all’Académie, senza però che fosse specificata la sua
categoria di ammissione. Per ovviare a questo sotterfugio la pittrice offrì
come morceau de réception La Pace che riporta l’Abbondanza. Pochi mesi dopo il
dipinto era esposto al Salon con altre sue opere e riscosse un notevole
successo critico. Nello stesso anno, a Versailles, era stato firmato il
trattato di pace fra l’Inghilterra e i neonati Stati Uniti d’America e, dato
l’apporto militare della Francia nel conflitto, molti critici trovarono l’opera
altamente rilevante in tale contesto storico. Nelle Mémoires secrets la figura
della Pace è descritta come nobile, decente, modesta come la pace che la
Francia aveva appena concluso. Dopo il Salon del 1783, il dipinto fu
esposto nella sala dell’Académie del Louvre dove nel 1786 lo vide John
Trumbull. Il militare, politico e pittore americano, al seguito di Jefferson,
annotò nel suo diario: among [the morceaux de reception], Madame Le Brun's
Peace and Plenty holds a conspicuous rank; the coloring is very brilliant and
pleasing (TRUMBULL, 1953, p. 102). Il
quadro è fresco ed equilibrato sia nella struttura che nel colore.
L’iconografia delle due figure femminili che si abbracciano fluttuanti
nell’aria non presenta particolari innovazioni. La Pace è una bella donna dai
capelli scuri con una corona d’alloro e indossa un abito color lavanda. Nella
mano destra tiene un ramo di ulivo. L’Abbondanza è una fragile e voluttuosa
fanciulla bionda vestita in toni chiari. I capelli sono adornati da fiori e
spighe di grano. Il seno scoperto è simbolo di fertilità insieme alla
cornucopia d’oro esorbitante frutti di ogni genere che ella tiene fra le
braccia. Una simbologia così classica portò molti critici a vedere nell’opera
un banale plagio di lavori di maestri precedenti, ma altri si opposero
strenuamente a questa accusa: Quelques Critiques, pour diminuer la gloire de
l’Artiste, disent que Madame Le Brun, plus à portée qu’une autre de consulter
les excellens Modeles [allusione alla professione del marito], n’a fait
ici que les copier. Ils prétencient retrouver dans son tableau le Guide, le Cortone, Cignani,
Santere &c; mais tout cela prouve qu’elle n’en a copié aucun. Si elle a
cherché à les imiter, rien n’est plus permis, & c’est meme un précepte de
l’Art. (Loterie pittoresque, 1783, No.
291, pp. 22-23).
All’inizio del ‘900 Hautecœur (citato da
BAILLIO, catalogo, 1982, p.43) considererà l’opera nettamente influenzata da
Lagrenée, nel 1981 Pierre Rosenberg (1981, p.740) ha invece posto l’accento sul
rapporto con l’allegoria della Pace e Giustizia di Pompeo Batoni (ca. 1745, Museum
of Fine Arts, Montreal), per quanto riguarda la composizione. Secondo Baillio
(1982, catalogo, p.44) sono più evidenti dei riferimenti al pastello Pace e
Giustizia di Rosalba Carriera, presente in Francia in due versioni accessibili
alla Vigée Le Brun, a cui era certo nota anche l’Allegoria della Prudenza della
Pace e dell’Abbondanza di Simon Vouet, ora al Louvre ma all’epoca nella
collezione Orléans del Palais Royal. Si dà il caso, però, che nel 1780 Jean
Baptiste Pierre Le Brun avesse nella sua galleria uno studio di Rubens per i
dipinti della Galerie du Louxemburg intitolato La Pace che abbraccia
l’Abbondanza (Fig.4b, olio su tavola, 62,9 x 47 cm, New Haven, Connecticut,
Yale Center for British Art) che presenta molte analogie con l’opera in questione.
Sembra infatti che nella figura dell'Abbondanza, florida, bionda e discinta, la
nostra pittrice abbia voluto riunire le caratteristiche delle due procaci
personificazioni rubensiane. Dato il grande amore di Elisabeth per Rubens e
data la sua frequentazione assidua e avida della Galerie du Luxemburg, ritengo
che non sia necessario uscire dall'appartamento di Le Brun per trovare un
paragone più esatto per il dipinto della Vigée le Brun. Nel 1793 La Pace che
riporta l’Abbondanza, dopo la chiusura dell’Académie, fu appeso nel Ministero
degli Interni. Al suo ritorno in patria la Vigée Le Brun non poté far parte del
nuovo Institut de France, che non accettava le donne, e non riuscì nemmeno a
farsi restituire il quadro. Di ciò ella si rammarica con dispiacere: me
l’avrebbero dovuto restituire, poiché non faccio più parte dell’Académie (VIGÉE
LE BRUN, 1835-37, p.85). Dell’opera sono note alcune copie di anonimi, un
pastello preparatorio della pittrice per la figura della Pace e un disegno
ascritto a Pierre Viel, con tutta probabilità eseguito per l’incisione che ne
fece nel 1787. Queste due ultime opere erano nell’inventario post-mortem di J.
B. P. Le Brun del 1813, citate come un autre dessin et sa gravure, composition
de Mde Le Brun représentant la paix qui raméne l'abondance (Papiers Tripier Le
Franc, carton 51, dossier I).