SCHEDA N°5 (figg. 5a, 5b, 5c)

Baccante con pelle di tigre, al ginocchio
1785

olio su tavola, 109 x 78 cm
Parigi, Musée Nissim de Camondo

 

Fig.5a

Fig.5b

Fig.5c

PROVENIENZA: commissione del conte de Vaudreuil.
BIBLIOGRAFIA: VIGÉE LE BRUN, 1835-37; BAILLIO, catalogo, 1982, p.65; BAILLIO, 1988, p.96-98.
ESPOSIZIONI: 1785, Parigi, Salon de l'Académie Royale.

REPLICHE E COPIE:
1. Copia, olio su tela, al California Palace of Legion of Honor (non autografa secondo Baillio);
2. Copia anonima, Ginevra, Château de Pregny.

Questa Baccante (Fig.5a) è elencata fra i “dipinti di storia” dalla Vigée Le Brun. La figura quasi intera della giovane e prosperosa menade, con le gambe appena coperte da un leggero velo trasparente e da una pelle di leopardo, occupa diagonalmente quasi tutto lo spazio disponibile e forma con il braccio destro sollevato un arco che mette in mezza ombra il viso, incorniciandolo. Il gesto languido, i lunghi capelli sciolti e lo sguardo perso nel vuoto danno la sensazione di un torpore di cui i grappoli d'uva presenti nella parte sinistra del quadro suggeriscono la causa. Questo quadro ricevette non poche critiche al Salon del 1785 e sollevò anche alcune questioni sulla modella, che secondo alcuni era la stessa pittrice. Questo per due motivi: intanto, che una pittrice esponesse un quadro di storia era quasi inconcepibile per gli accademici francesi. Le donne dovevano limitarsi a dipingere nature morte e ritratti a pastello. Oltre a ciò le donne non potevano partecipare alle lezioni di nudo dell’accademia e avere modelli (sia maschili che femminili) “privati” era ritenuta cosa molto sconveniente. Per questo, probabilmente, alcuni hanno preferito pensare che la Vigée Le Brun avesse utilizzato se stessa piuttosto che un’altra donna per il suo quadro. Un altro motivo di critica all’opera era il fatto che  la donna raffigurata non appariva abbastanza “bacchica”. Secondo l’autore delle Memoires secrets  la tête en est char mante au possible, pleine de finesse, de malice & de gaieté. Le corps largement peint, d'une carnation admirable & seduisant par sa nudité lubrique: mais à la peau de tigre [sic] pres, parfaitement imiteé, on la prendroit plutot pour une beauté de sirail que pour une pretresse de Bacchus. (SALON 1785, XXX, pp. 161-162). E Monsieur de Vilette, nella sua critica al Salon afferma: La marque d'un grand talent n'est pas de tout embelir [sic], mais d'imprimer un caractere. Une bacchante doit-elle avoir l'air d'une nymphe? (SALON 1785, n.1349). La posa della Baccante è pressoché identica a quella di Siringa del Pan e Siringa di Rubens di Londra (Fig.5c, olio su tavola trasferita su tela, 61 x 88 cm, Buckingham Palace) e, soprattutto, a quella di una figura allegorica dell'Apoteosi di Enrico IV e proclamazione della reggenza di Maria de’ Medici, sempre di Rubens, che la pittrice conosceva perfettamente sin da adolescente (Fig.5b, olio su tela, 394 x 727 cm, Parigi, Musée du Louvre). Nelle due opere di Rubens le figure considerate sono in atteggiamenti drammatici, ma la Vigée Le Brun le astrae dal loro contesto per calarle in una atmosfera sensuale ed idilliaca. L’autografia della copia al California Palace of Legion of Honor è stata messa in discussione da Joseph Baillio, che però, non giustifica i suoi dubbi.