SCHEDA N°7 (figg. 7a, 7b, 7c)
Venere che lega le ali a Cupido
1780
Pastello su carta
Ubicazione attuale ignota
Fig.7a |
Fig.7b |
Fig.7c |
PROVENIENZA: Parigi, collezione Conte de
Vaudreuil; Parigi, Hôtel Drouot.
BIBLIOGRAFIA: VIGÉE LE BRUN, 1835-37, p.42,
SHERIFF, 1996, pp.276-77.
ESPOSIZIONI: 1783, Parigi, Salon de l'Académie
Royale.
INCISIONI: incisione coeva anonima alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Questa (Fig.7a) è una delle opere di storia
della Vigée Le Brun ed è stata eseguita nel 1780. La pittrice stava completando
il pastello la sera dell’undici febbraio di quell’anno. Sappiamo con tanta precisione
la data di esecuzione di quest’opera poiché durante la notte tra l’undici e il
dodici nacque Julie: …tout heureuse que je me sentais, a l’idée de devenir
mere, les neuf mois de ma grossesse s’étaient passés sans que j’eusse songi le
moins de monde a préparer rien de ce qu’il faut pour une accouchée. Le jour de
la naissance de ma fille, je n’ai point quitté mon atelier, et je travaillais a
ma Vénus qui lie les ailes de l’Amours, dans les intervalles que me laissaient
les douleurs. Madame de Verdun, ma plus ancienne amic, vint me voir le matin. Elle
pressentit que j’accucherais dans le journée, et, comme elle connaissait mon
étourderie, elle me demanda si j’étais pourvue de tout ce qui me serait
nécessaire; a quoi je lui répondis d’un air étonné que je ne savais pas ce qui
m’était nécessaire. – Vous voila bien, reprit-elle, vous etes un vrai garcon. Je
vous avertis, moi, que vous accoucherez ce soir. – Non! non! dis-je, j’ai
demain séance, je ne veux pas accoucher aujourd’hui. Sans me répondre, Madame
de Verdun me quitta un instant pour envoyer chercher l’accoucheur, qui arriva
presque aussitot. Je le renvoyai, mais il resta caché chez moi jusqu’au soir,
et a dix heures ma fille vint au monde. (Cit. in SHERIFF, 1996,
pp.276-77).
La Venere era destinata al conte de
Vaudreuil, che si mormorava essere amante, oltre che generoso mecenate della
pittrice. Il conte acquistò il pastello dopo il Salon del 1781, quando la
sua collezione era ancora incentrata su dipinti fiamminghi e olandesi, ma
iniziava ad aprirsi anche a opere di pittori francesi contemporanei. Nella sua
galleria c’era anche il ritratto di Helene Fourment coi figli Clara Joanna e
Frans di Rubens (olio su tavola, 115 x 85 cm, Louvre). A un altro quadro
di Rubens va però accostato il pastello in questione, cioè al ritratto di
Helene Fourment con il figlio Frans su una terrazza (Fig.7c, olio su
tela, 145 x 101,7 cm, Monaco, Alte Pinakothek), che all’epoca era già in
Germania da una quindicina d’anni. La posa della Venere e del Cupido che tiene
sulle ginocchia è la stessa della moglie e del figlio di Rubens, ma speculare
(Fig.7b). Sono molto simili la posizione del corpo delle due donne, la nudità
dei bambini e i volti, che, in entrambi, sono appena inclinati con dolcezza e
intenti a guardare lo spettatore. Anche il motivo della mantellina bianca che
Helene Fourment ha sulle spalle è ripreso dal leggero drappo fluttuante sulla
schiena della Venere. La pittrice poteva conoscere il quadro di Rubens da
un’incisione, magari in controparte, forse presente nella collezione di Rendon
de Boisset.